Lettera ai sindacati

Alle Segreterie Generali di CGIL, CISL, UIL, Funzione Pubblica
Nazionali, Regionali, Provinciali
Firenze, 20/11/2012

Vi contattiamo come coordinamento precari servizi al lavoro/formazione della Provincia di Firenze che a sua volta fa parte di un coordinamento precari, dello stesso settore a livello regionale e ultimamente si sta allargando anche a livello nazionale.
Molti di noi vivono una situazione di precarietà da molti anni presso i servizi provinciali di Firenze attualmente come dipendenti a tempo determinato (previo concorso pubblico) con scadenza contrattuale 31 dicembre 2014 e in precedenza come dipendenti di partecipate pubbliche o di cooperative tramite servizi in appalto. La situazione delle altre provincie toscane vede una situazione alquanto variegata e forse ancora più precaria vista la più alta percentuale di lavoratori per gli stessi servizi come dipendenti di partecipate pubbliche o di cooperative tramite servizi in appalto a cui si aggiungono lavoratori con partita iva che sono perlopiù in regime di monocommittenza. Precisiamo che il numero dei precari è di circa la metà del totale dei lavoratori in questi servizi per cui è chiaro che senza di essi il servizio che già sta soffrendo visto l'alto afflusso di disoccupati, cassaintegrati, invalidi civili , giovani, immigrati ecc. a fronte di una riduzione numerica di impiegati di settore negli ultimi anni, verrebbe meno.
In questa situazione critica e preoccupante sia per le nostri sorti future come lavoratori che hanno una lunga esperienza e professionalità alle spalle ma anche per le sorti di servizi che riteniamo essenziali per la cittadinanza, vogliamo fare un appello ai sindacati affinché portino avanti istanze di salvaguardia di servizi e lavoratori (es. in primis con il rinnovo dei contratti in scadenza) sia a livello istituzionale (comune, province, regioni, governo) sia attraverso i mass media divulgando la realtà dei servizi che svolgono le Provincie, e in particolare quelli per il lavoro/formazione.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una campagna di informazione distorta sulle provincie che in base ad una ipotetica loro inutilità e quindi allo spreco di denaro pubblico vengono individuati come la soluzione da cui partire per il risanamento delle casse pubbliche e la semplificazione istituzionale. Viene tralasciato sempre il fatto che le province erogano dei servizi che alla loro scomparsa non si capisce (o si fa finta di non capire) chi li dovrà erogare ma più semplicemente viene da pensare che scompariranno del tutto o verranno esternalizzati con le privatizzazioni.
E' ancora tutta da dimostrare la maggiore efficienza della privatizzazione dei servizi - anzi, ad oggi le rilevazioni dimostrano il contrario anche per ciò che riguarda i presunti “risparmi” che in realtà diventano maggiori spese - e prendendo esempio dall'ambito di osservazione locale gli interventi tramite progetti progetti finanziati con FSE che hanno coinvolto le agenzie interinali si sono rilevati tutt'altro che efficaci ed efficenti in termini di ricaduta occupazionale (progetto APL Agenzie per il lavoro) in rapporto spesa/occupati . Non stiamo affermando una volontà a priori di contrapposizione al privato nei servizi al lavoro/formazione, anche perché ne sarebbe impossibile la gestione di tutti i servizi correlati in seno all'ente pubblico, rivendichiamo piuttosto una gestione pubblica di tali servizi improntata su criteri di equità, trasparenza, tutela della privacy, rivolta ad aziende e cittadini in modo gratuito, per fornire a tutti/e l'opportunità di trovare un lavoro, non solo a quelli più “spendibili” nell'immediato in funzione di un mero ritorno economico. Pensiamo ad esempio alle difficoltà e disparità nella gestione del collocamento dei disabili se si adottasse esclusivamente il criterio della collocazione dei soggetti più forti e più “sani”.
La nostra non vuol essere una difesa a spada tratta del “Pubblico” in quanto tale anche perché
vorremmo che l'ente pubblico fosse maggiormente efficace ed efficiente, ed in una logica di spending review di cui si sente tanto parlare ci piacerebbe che fossero individuati i reali sprechi, le contraddizioni, i sistemi di potere consolidati e clientelari e non colpire indiscriminatamente i servizi e i lavoratori che li mantengono in piedi spesso in situazione “precaria”.
Ci piacerebbe per esempio:
  • Che si interrompessero quelle logiche di distribuzione clientelare di affidamento di servizi che si nascondono spesso dietro le “privatizzazioni”.
  • Che si denunciassero i reali sprechi di spesa delle P.A. attraverso maggiori controlli (es. le consulenze, ma anche certe scriteriate spese di gestione facendo valere il principio di responsabilità su certi errori commessi da dirigenti o chi per loro, visto anche i loro lauti compensi spesso sproporzionati rispetto ai livelli più “bassi”).
  • Verificare il numero dei dirigenti in ciascuna amministrazione attraverso un equo rapporto tra dirigenti/ impiegati del settore sotto la loro dipendenza. (Il confronto con i paesi europei vede in Italia un numero molto alto di dirigenti rispetto ai “propri” impiegati di area).
  • Che si venisse a conoscenza della reale situazione dei lavoratori dei servizi al lavoro/formazione in termini numerici e di un confronto con i dati degli altri paesi europei, tanto per smontare il luogo comune che vede gli enti pubblici pieni zeppi di lavoratori in eccesso rispetto alla funzione svolta, e magari cogliere l'occasione di verificare dove e in quali settori questo avviene per una redistribuzione occupazionale realmente correlata ai bisogni effettivi di servizi per la cittadinanza.
Ci chiediamo perché queste informazioni non riescono ad emergere nell'opinione e nel dibattito pubblico ma nel migliore dei casi rimangono all'interno di qualche assemblea sindacale (ma non sempre e parzialmente per tutti i punti della questione) , di qualche incontro interno a livello sindacale a cui poi con fatica seguono azioni concrete per la sensibilizzazione del problema e la difesa concreta delle sorti dei lavoratori e dei servizi che svolgono, e di qualche dibattito che vede la partecipazione di politici ma che fatica ad entrare nel circuito che conta a livello nazionale.
Chiediamo insomma di essere maggiormente rappresentati e supportati dai sindacati in questa azione di sensibilizzazione e di tutela e dei servizi alla cittadinanza e dei lavoratori,
nelle iniziative che più volte abbiamo proposto e che spesso ci hanno visto soli in una posizione sicuramente di debolezza e maggiormente “esposta” proprio per la nostra situazione di precariato.
Non a caso ci siamo organizzati in un coordinamento regionale di precari dei servizi al lavoro/formazione che si sta allargando sempre più coinvolgendo anche i precari di tali servizi di tutti Italia, abbiamo preso diversi contatti con le varie rappresentanze politiche sia a livello locale che regionale, abbiamo creato un blog (www.precariprovincia.blogspot.it).
Ci auguriamo pertanto che si continuino con forza a portare avanti le azioni a livello istituzionale governativo sui processi di stabilizzazione dei lavoratori precari negli enti pubblici, blocco delle assunzioni, proroghe, concorsi ecc., ed ad avere un ruolo attivo sui processi di riorganizzazione dei servizi al lavoro/formazione improntati a criteri di equità e trasparenza e con maggiori garanzie e meno disparità per chi ci lavora a vario titolo.

Distinti Saluti

Coordinamento Precari
Servizi al Lavoro e Formazione delle Province Toscane


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