Articolo del coordinamento precari Provincia di Firenze
In
ogni individuo s'intrecciano tratti assolutamente specifici e tratti
generici condivisi con gruppi più o meno vasti ai quali si
appartiene.
Un
tempo il senso di apparteneza al pubblico impiego rappresentava un
elemento di forte identità, un punto di arrivo per molti, un motivo
di sicurezza per la vita, il posto fisso, la garanzia di una
continuità e un impegno di responsabilità mediata proprio
dall'appartenenza, sostenuto da una forte sindacalizzazione.
Oggi
le cose sono cambiate: l'appartenenza non è più per la vita, quindi
oggi si appartiene all'insieme dei dipendenti, ma per molti i
contratti non sono più indeterminati. Si tende a vivere un rimpianto
preventivo, la paura di perdere un'identità oltre al posto di
lavoro.
L'immagine
del pubblico impiego è stata fortemente minata e degradata dai
precedenti governi e in particolare dal penultimo ministro della
Funzione Pubblica, Brunetta. Identificarsi in questa appartenenza è
diventato più difficile e fastidioso. Contemporaneamente in molti
dipendenti si è sviluppata la necessità e ha preso forza la volontà
di costruire un nuovo modello professionale dettato dal senso di
responsabilità riguardo alla qualità dei servizi offerti come
"pubblico servizio".
L'identità
del dipendente di uffici come quello lavoro, dove varie identità si
incontrano e si confrontano, è oggi fortemente messo in discussione,
perché da una parte è venuto meno il senso di appartenenza e
riferimento ad un modello positivo, dall'altra si assiste allo
scadere dell'efficienza dei servizi offerti e alla confusione in
progress dei modelli organizzativi, mentre si impone la ricerca di
una migliore qualità del lavoro quotidianamente offerto e dei
modelli organizzativi e normativi che lo regolano.
Oggi sono
cruciali una riflessione ed un’analisi sull’organizzazione che
sostiene questa struttura e sulle prospettive future.
Il periodo
è particolarmente complesso e difficile: da una parte si paventano
passaggi di competenza fra Province e Regione volti al
ridimensionamento del potere e delle responsabilità delle prime,
all’interno di una riorganizzazione ancora poco chiara e mal
definita ma comunque molto importante per dimensioni e complessità,
dall’altra, come è noto, stiamo attraversando un periodo di crisi
– probabilmente il peggiore dal dopoguerra ad oggi - del mercato
del lavoro e della produttività, con un aumento preoccupante della
disoccupazione e della precarietà.
Quotidianamente
assistiamo agli sportelli ad una superficiale applicazione e spesso
ad un non rispetto delle regole sancite dalle normative sul lavoro,
una contrattualità mal applicata che tradisce le intenzioni che
ispirarono la sua introduzione.
Considerando
sia la volontà più volte espressa dalla Regione di potenziare il
settore lavoro e formazione, sia le numerose occasioni di discussione
e di critica, che hanno già trovato occasione di esprimersi in
altrettanti convegni e tavoli di confronto, è utile avvalersi del patrimonio di competenza e di esperienze degli operatori dei Centri per l'Impiego e dell'area formazione per lo svolgimento di un'analisi organica e costruttiva.
Dal nostro
punto di vista, che è quello di un osservatorio privilegiato, non ci
poniamo l’obiettivo di dare delle soluzioni globali, né abbiamo
ricette per risolvere la crisi, né pretendiamo di riformare
tout court i settori
formazione, lavoro e ricerca, ma riteniamo doveroso – e alla nostra
portata – contribuire ad un’analisi lucida e seria di quello che
questi settori portano in eredità, di quello che fanno, di quello
che non riescono a fare e del loro potenziale.
I
Centri per l’impiego
sono sempre di più relegati ad un ruolo burocratico e
amministrativo,
anziché partecipare all’elaborazione di politiche attive del
lavoro.
Si
rileva inoltre, l'inerzia di coloro che per posizione e ruolo
(dirigenza) dovrebbero essere invece i più attivi nel promuovere i
servizi ed adeguarli alle crescenti richieste. In un periodo di grave
difficoltà del mercato, mentre aumenta la richiesta di efficacia
formativa e di orientamento
occupazionale, si assiste invece ad una sistematica mancanza di
proposte di rinnovamento e di adeguamento di tutto il sistema lavoro.
1 commento:
approvo.ben fatto.complimenti a tutti.
Francy
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